L’intelligenza artificiale generativa ha rivoluzionato il mondo della scrittura, c’è poco da negare: ma come possiamo sfruttarla senza perdere stile e creatività? E come riconoscere un testo scritto dall’AI?
In questo articolo provo a darvi qualche dritta sui concetti di burstiness e perplessità, oltre che spiegare come sfruttare al meglio la tecnologia per ottenere contenuti ottimizzati più che decorosi, a partire da un buon prompt utilizzando il metodo RISEN.
Cosa sono la burstiness e la perplessità
Quando analizziamo un testo, possiamo osservare alcuni parametri linguistici che ci aiutano a capire se sia stato generato da un’intelligenza artificiale.
Due tra i parametri principali sono burstiness e perplessità.
La burstiness misura la variazione nella lunghezza delle frasi e la ripetizione delle parole. I testi scritti dagli esseri umani tendono a essere molto più irregolari, con un’alternanza tra frasi brevi e lunghe, una sintassi varia e un’occorrenza statistica delle stesse parole meno ricorrente. Gli AI chatbot, invece, generano contenuti più uniformi, con una burstiness più alta, una sintassi semplice e piena di partner, oltre a una distribuzione del lessico meno varia.
La perplessità, invece, riguarda la quantità di informazioni contenute in un testo e misura quanto sia prevedibile una frase rispetto alle parole precedenti. I testi generati dall’AI hanno spesso una perplessità medio-alta, perché si basano su statistica e probabilità, mentre quelli scritti da esseri umani possono avere livelli molto bassi o molto alti, a seconda del contesto.
Sono questi fattori i fattori analizzati da strumenti di rilevamento dell’AI, anche se la loro affidabilità non è sempre garantita. Detto che le frasi fatte e le ripetizioni dell’intelligenza artificiale sono facilmente “sgamabili” anche a occhio!
Come ottenere un buon output grazie a un input ben strutturato
Affinché l’AI generativa produca contenuti di qualità, è fondamentale fornire un prompt ben strutturato. Un input vago o impreciso rischia di generare testi generici e poco originali. È qui che entra in gioco il metodo RISEN, un framework che permette di scrivere istruzioni dettagliate e mirate per ottenere il miglior risultato possibile, ne avrete sentito parlare. Provo a spiegarvelo in modo semplice.
Consigli per contenuti ottimizzati SEO: farsi creare una prima bozza con l’AI
Per ottenere testi ottimizzati per i motori di ricerca, è utile partire da una prima bozza generata dall’AI. Ovviamente, questa deve essere poi affinata attraverso una necessaria revisione umana per evitare errori, ripetizioni e keyword stuffing. La supervisione iniziale, la strutturazione strategica del testo e una revisione finale accurata sono essenziali per ottenere un contenuto efficace.
Esempio di framework RISEN per un prompt in ambito abbigliamento
Facciamo un esempio pratico: un tema di cui io personalmente non so ASSOLUTAMENTE NULLA; chi mi conosce lo sa, posso approfondire su linguistica, ambiente, finanza, fantascienza, antropologia, tecnologia… ma non chiedetemi di moda e cosmetici perché non ne so nulla. Ergo, è ragionevole pensare che sfruttare l’AI almeno per raccogliere informazioni e razionalizzare un canovaccio a partire da fonti autorevoli sia corretto ed efficiente. Notebook LM potrebbe essere un valido alleato in questo senso.
Ma per ottenere una bozza di articolo da rivedere e arricchire, sulle nuove tendenze moda del 2025, bisogna strutturare un prompt efficace seguendo il metodo RISEN:
- R come Role (Ruolo) – “Sei un esperto di moda e trend forecasting, con una profonda conoscenza delle sfilate internazionali e dell’evoluzione del settore”;
- I come Input (Informazioni) – “Le principali tendenze emergenti per il 2025 includono il ritorno del minimalismo anni ’90, l’uso di materiali sostenibili, l’ascesa della moda genderless e l’influenza dell’intelligenza artificiale nel design tessile”;
- S come Steps (Passi) – “1. Analizza le tendenze moda viste nelle ultime sfilate; 2. Identifica i brand più influenti del 2025 e i loro focus stilistici; 3. Spiega come queste tendenze influenzano lo streetwear e l’alta moda”;
- E come Expectation (Aspettative e obiettivi) – “Scrivi un articolo scorrevole e accattivante, adatto a un blog di moda, con uno stile divulgativo e ricco di esempi”;
- N come Narrowing (Vincoli) – “Non superare le 1000 parole, evita ripetizioni, usa un linguaggio fresco e contemporaneo, inserisci riferimenti a stilisti emergenti e includi una call to action finale per invitare i lettori a commentare”.
Seguendo questo schema, l’AI sarà in grado di generare un contenuto ben strutturato, ricco di dettagli e in linea con le aspettative, dimostrando che una buona guida iniziale è essenziale per ottenere dei canovacci di testi di qualità.
L’AI non ci ruba il lavoro: lo trasforma
Alla faccia dell’AI che ci ruba il lavoro, quindi… l’impegno umano dietro un uso professionale dell’IA generativa è notevole.
L’AI non sostituirà gli esseri umani nella scrittura: la realtà è che il lavoro cambia, non scompare. L’uso dell’AI generativa richiede una strategia iniziale, una strutturazione accurata del contenuto, una buona formulazione del prompt e infine una revisione approfondita dell’output. Senza queste fasi, il risultato sarà banale, triviale, poco efficace.
Un esempio calzante in un altro contesto? Quello della drum machine: sebbene non sia necessario suonare fisicamente una batteria per programmare una drum machine, se vuoi ottenere una base ritmica sensata devi comunque avere senso del ritmo e una conoscenza delle tecniche musicali. La macchina fornisce gli strumenti, ma senza un intervento umano che li diriga, il risultato sarà piatto e privo di espressività. Allo stesso modo, l’AI generativa non elimina il lavoro di scrittura: lo trasforma in un processo che richiede nuove competenze e una visione strategica.