Il recente evento Intersections, dello scorso 29 e 30 ottobre, è una nuova “creatura” nata dalla fusione dell’IAB Forum e di altre realtà del settore del marketing digitale italiano. Sarà la novità, sarà la curiosità, ma ha attirato davvero molto pubblico, sia in area espositiva sia ai workshop, che erano pieni persino il pomeriggio del secondo giorno – generalmente un momento di “svuotamento” in ogni manifestazione – che poi è il momento in cui ho potuto fare un salto io.
Mi è piaciuto? Sì, è stato un bel pomeriggio, un momento – come spesso accade in questi contesti – per salutare ex-colleghi e amici, conoscere persone nuove e sentire qualche intervento interessante.
Era così diverso da come ricordavo lo IAB o da altri eventi analoghi? No, a dire il vero. Più raccolto, il che a mio avviso è stato un bene, mentre lo IAB Forum degli ultimi anni era aumentato entropicamente fino a diventare dispersivo. Però nemmeno qualcosa di mai visto o estremamente innovativo, a voler essere del tutto sincera.
Cosa cambierei per la prossima edizione?
Come contenuto, di sicuro avrei voluto vedere un maggiore focus sulla scrittura e sul content marketing in senso proprio, mentre sotto questa etichetta sono stati mappati sostanzialmente solo workshop sul mondo creator e social media.
Come logistica, eviterei l’uso delle cuffie per l’ascolto durante i workshop, che ha creato qualche disagio e complicazione per i partecipanti, costretti a lasciare documenti e a gestire un dispositivo… alla lunga poco igienico.
E adesso: ecco i 3 takeaways che mi sono portata a casa da Insersections AKA IAB Forum 2024!
L’Influencer Marketing non è morto
Tra i temi caldi discussi, l’influencer marketing si è rivelato essere ancora in forma, ma richiede una nuova visione. Tra i tips più utili:
- È fondamentale puntare su collaborazioni più lunghe e strutturate con i creator, ampliando il concetto di earned media per includere anche i media di proprietà delle aziende. Quindi stop alle collab one-shot e solo sulle piattaforme social: i creator possono diventare dei veri contributor per i Blog e social nativi delle imprese;
- Oggi, i contenuti devono non solo promuovere, ma anche educare e fornire valore agli utenti: il web è utilizzato principalmente per cercare informazioni, e i brand devono sforzarsi di creare qualcosa di utile e pertinente;
- Ultima nota, un po’ amara ma ormai fin troppo reale: le campagne di Social media marketing esclusivamente organiche stanno diventando sempre più difficili da realizzare, ergo l’integrazione di strategie a pagamento è imprescindibile per raggiungere un pubblico più ampio ed evitare di sprecare sforzi in contenuti che, in modo solo naturale, avranno poca copertura e poche interazioni.
Futuro incerto per i mestieri del digitale?
La discussione si è poi spostata su un interrogativo cruciale: stiamo assistendo alla fine dei lavori digital come li conosciamo?
Da ormai due anni, l’AI sta trasformando il panorama lavorativo, e non si limita solo alla generazione di contenuti. È essenziale iniziare a considerare le intelligenze artificiali al plurale, esplorando le diverse applicazioni disponibili e comprendendo che la il mondo non sarà mai più lo stesso.
Risorse come There Is An AI for That dimostrano la vastità delle soluzioni AI che possono supportare le aziende, mentre piattaforme come Will Robots Take My Job aiutano a valutare il rischio di automazione nei vari settori professionali… basta digitare il vostro job title per avere una percentuale su quanto facilmente verrete sostituiti dai replicanti! Questa dovete proprio provarla, è quasi inquietante ma molto divertente.
Patologie della generazione always-on
Infine, uno degli argomenti più rilevanti trattati riguarda le patologie legate all’uso dei dispositivi digitali, un tema che mi è molto caro, anche se ho imparato proprio in questa sede alcuni termini nuovi che mi mancavano.
Avete presente quando siete a cena con un amico e, mentre gli raccontate la vostra giornata, quello scrolla Instagram sul cellulare? O quando lo fa il vostro capo mentre gli parlate? Ebbene, si chiama phubbing, l’atto di ignorare le persone intorno a noi per concentrarci sullo smartphone.
È emerso che oltre l’80% degli adulti sente il bisogno di una maggiore educazione digitale, evidenziando l’urgenza di formare gli utenti su un uso più consapevole della tecnologia. Forse abbiamo solo bisogno di disintossicarci dallo schermo e tornare a vivere di più nel mondo reale… ad esempio, ogni tanto è bello lasciare il PC a casa e andare di persona a un evento di settore, a confrontarsi con altri essere umani.