Quali sono i vantaggi per un’impresa di ingaggiare un consulente di marketing digitale esterno? Ce ne sono sicuramente numerosi, l’essenziale è che l’azienda comprenda cosa sta “comprando” e quali aspettative avere nel rapporto con questo partner strategico.
Perché affidarsi a un consulente di digital marketing è la mossa giusta per le PMI
Non sempre le piccole e media imprese hanno le risorse e il tempo per gestire al meglio la propria presenza digitale, questo è un dato di fatto. E ci mancherebbe anche: un piccolo imprenditore, circondato da pochi dipendenti nelle attività essenziali come contabilità, operations e vendita diretta, a volte finisce col dedicarsi in prima persona ai propri canali social o al proprio Blog, con risultati necessariamente artigianali. Non è il suo mestiere e, giustamente, ha molto altro da gestire.
Qui entra in gioco la figura del consulente di digital marketing, un professionista esterno in grado di offrire una visione fresca e non influenzata dalle dinamiche interne all’azienda. Questo approccio unbiased è particolarmente prezioso nella fase iniziale di analisi, dove individuare i punti di forza e di debolezza della strategia digitale esistente richiede un occhio professionale e imparziale.
Affidarsi a un consulente esterno permette, quindi, di evitare quel fenomeno di miopia organizzativa che spesso affligge anche le realtà aziendali più consolidate: un consulente porta con sé esperienza, competenze specifiche e la capacità di analizzare i dati e le tendenze del mercato, senza essere condizionato da pregiudizi o preferenze interne. Dal famoso adagio “Abbiamo sempre fatto così”, per intenderci.
Inoltre, un esperto è in grado di identificare nuove opportunità nascoste che, a volte, sfuggono agli occhi di chi è troppo coinvolto nelle operazioni quotidiane dell’azienda.
Cosa fa (e cosa non fa) un consulente di digital marketing
Un consulente di digital marketing si occupa di una vasta gamma di attività, tutte orientate a migliorare la presenza online e l’efficacia delle strategie digitali di un’azienda.
Da un lato, c’è tutta la gestione e ottimizzazione dei cosiddetti canali owned del committente: in primis, la definizione dei piani editoriali e dei contenuti per i canali di proprietà dell’azienda, come il blog aziendale e i profili sui vari social media.
Questo implica la creazione di un calendario dei contenuti, l’individuazione dei temi più rilevanti per il pubblico target e la gestione del tono di voce dell’azienda su queste piattaforme, oltre alla redazione e alla pubblicazione dei contenuti ultimati.
Spesso, il consulente si trova anche a rivedere e sistemare l’esistente, ad esempio i testi delle pagine principali del sito web del committente: questo include l’ottimizzazione SEO dei metatag, per migliorare la visibilità sui motori di ricerca, oltre a garantire che i testi siano coerenti con l’identità di marca e rispondano alle esigenze del pubblico.
Altrettanto importante la gestione dei canali esterni o earned, come il supporto alle attività di digital PR, le relazioni esterne e la presenza online.
Questo può includere l’organizzazione di campagne di influencer marketing, la gestione dei rapporti con i media digitali e la promozione di contenuti su piattaforme di terze parti per aumentare la visibilità del brand.
Visione strategica orizzontale e specializzazioni verticali
E qui arriva il momento di sfatare un mito che ancora oggi aleggia attorno alla mitologica figura del consulente di digital marketing: non siamo tuttologi né i factotum della città (semicit).
Uno degli equivoci più comuni riguarda l’aspettativa che possa fare di tutto e di più, purché sia utile all’azienda. E sebbene sia vero che un buon consulente è sempre disposto a fare un “extra mile” per il cliente, c’è una linea sottile tra il superare le aspettative e il diventare un tuttofare. È importante ricordare che il lavoro di un consulente è definito da un set di competenze specifiche, peraltro contrattualizzate in fase di primo contatto con il committente.
Nel mio caso specifico, ad esempio, il cuore delle mie attività consiste nella progettazione di piani editoriali e nella redazione di contenuti web ben ottimizzati: metto al centro la qualità e l’efficacia dei contenuti per il successo a lungo termine della strategia digitale complessiva.
Quindi, chiedere a un consulente specializzato in contenuti di occuparsi di sviluppo web, grafica, A/B testing per la Conversion Rate Optimization o campagne di advertising potrebbe sembrare normale per un cliente poco avvezzo alla molteplicità delle attività di digital marketing, ma significa banalizzare una figura professionale che, per definizione, non può coprire tutte le possibili aree con la stessa efficacia.
Avere una visione strategica orizzontale è importante ma anche la specializzazione lo è, e questo va compreso dai consulenti stessi, in primis: pensare di proporre qualsiasi tipo di servizio si traduce, necessariamente, nello scontentare il cliente finale.