Il WMF – per i Millennial nostalgici sarà sempre il Web Marketing Festival, anche se oggi la dicitura corretta è We Make Future – è uno di quei momenti di aggregazione e confronto della comunità dei marketer italiani che non puoi perderti: per fare networking, per formazione, per rivedere vecchi amici e per appuntarti qualche trick da mettere in pratica da subito.
Premetto che:
- ci sono stata solo nella giornata di venerdì 14 giugno, quindi non me vogliano gli speaker che hanno presentato i propri speech negli altri giorni della kermesse.
- avevo il Fiera Ticket, perché la vita del “freelance in erba” ti impone di cercare di ottenere il meglio con i piccoli investimenti che puoi fare.
- avevo un’infiammazione al trigemino che, temo, non mi ha permesso di godere a pieno della componente più entertaiment della giornata né di essere la regina della festa con le persone che ho incontrato.
Ma quali sono stati i 5 concetti più interessanti che ho intercettato al WMF 2024?
E quali le cose che, invece, mi hanno lasciata un po’ perplessa?
Cosa mi porto a casa dal WMF: AI, email marketing e nuovi motori di ricerca
- Come sta cambiando il mondo Education grazie all’AI. La vediamo spesso applicata a puri ambiti generativi, che sia testo, immagine o video, ma l’uso dell’intelligenza artificiale può dare molto anche quanto è sotteso a un ambito, per farlo funzionare in modo più efficiente. In almeno un paio di speech sull’applicazione delle nuove tecnologie al mondo educational e academy, emerge come la customizzazione dei percorsi formativi possa beneficiare moltissimo dall’uso sempre più dinamico dei dati degli utenti stessi, per costruire ecosistemi formativi davvero personalizzati, anche all’interno della stessa organizzazione.
- L’area Book Fair è stata uno dei miei luoghi preferiti della fiera, sia perché amo i libri sia perché a gestire le presentazioni dei nuovi volumi c’era il team di Libri di Marketing, sempre al top. Ho seguito con piacere lo speech di Cristiano Carriero, che ha dato diversi consigli utili e concreti a chi si occupa di Content Marketing.
- Spazio anche ad attività bistrattate negli ultimi anni, come l’e-mail marketing. Nonostante l’assenza, almeno sugli Open Stage ma anche in area Expo, dei maggiori nomi della SEO (incontrati invece al NetComM Forum a Milano a maggio scorso), mi ha fatto piacere poter partecipare a workshop dedicati ad alcune branche del digital marketing che, negli ultimi anni, hanno avuto poca visibilità e una cattiva nomea, a mio avviso a torto. Come l’email marketing, di cui ha trattato ad esempio Linda Romani di GetResponse, un tool per l’e-mailing che mi piace molto. Non solo: per riallacciarmi al punto precedente, uno dei tips di Carriero relativo al mondo content è stato di non sottovalutare la forza delle Newsletter, come collettori di contenuto di valore.
- Perplexity e il nuovo modo di cercare risposte degli utenti. Durante una tavola rotonda nell’area Film Fest, dove si parlava comunque di AI, è emerso un tema interessante, cioè il cambiamento del modo che hanno le persone di cercare online. Ora, detto che dubito che siamo all’epilogo per il colosso di Mountain View, le alternative a Google oggi sono gli strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale. Mi ha stupito sentire da molti dei presenti come ormai Perplexity abbia sostituito i motori di ricerca tradizionali, se non lo conoscete andate a sbirciarlo qui. Quando, solo pochi anni fa, si iniziava a parlare di motori di risposta beh… ci avevamo visto giusto!
- Ho già detti “i cani di Boston Dynamics”? Confesso questa mia debolezza: se vedo un cane di Boston Dynamics, devo seguirlo, fargli una foto o un video, cercare di interagirci. Sarà che adoro i cani e i film di fantascienza, e loro sono la perfetta sintesi delle due cose ma… li trovo splendidi, eleganti, futuristici, con un grande potenziale, al netto del fatto che qui li vediamo come mero orpello di intrattenimento.
Qualche aspetto da migliorare per il WMF 2025 (IMHO)
Ma quindi, tutto bello e perfetto? Gli organizzatori del WMF li conosco e sono persone in gamba, infaticabili, capaci di tirare insieme ogni anno un evento sempre più grande e ricco. Però, ovviamente, la prima edizione in una nuova sede è più complessa da gestire.
Questi i miei 3 punti da sistemare, in vista del 2025 (in my humble opinion, ovviamente):
- Location diesci? Mmm, no. Bologna Fiere, a mio avviso, non regge il confronto con la storica geolocalizzazione riminese, prima al Palacongressi e poi alla Fiera di Rimini. Sarà che ci eravamo tutti affezionati al fatto che, per una volta, potevi andare al mare per lavoro ma… a me è mancata quell’atmosfera lì, svegliarsi col profumo della salsedine e poi andare a fare formazione sui temi del marketing. La fiera di Bologna, poi, l’ho trovata molto “post industriale”, un po’ sciatta come spazi, tentacolare nonostante gli sforzi della piantina di dirti come raggiungere gli stage, oggettivamente brutta in alcune aree, come l’esterno dedicato ai food truck e i bagni impraticabili. E cara: a mio avviso, se pago il biglietto per la fiera, non posso poi spendere altre decine e decine di euro di parcheggio (con sbarra Telepass non funzionante e casse senza possibilità di erogare ricevuta/fattura, alla faccia dell’innovazione…).
- Area expo. Bella la sezione dedicata ai progetti territoriali, così come tantissimo spazio è stato dedicato al mondo startup. Meno nutrita, secondo me, l’area core dello spazio espositivo, quella dove una volta ci sarebbero state tutte le principali agenzie di digital marketing italiane, mentre quest’anno ne ho contate poche. E assenti anche tutti coloro che si occupano di content: ragazzi, niente panico, continueremo a lavorare nonostante ChatGPT, eh! Moltissimi, invece, i player più piccoli, provider di servizi cloud, sviluppatori di siti, servizi accessori come centralini e call center per e-commerce, tutti con la propria soluzione AI.
- Non di sola AI vivono i marketer. E qui la terza nota dolente: capisco cavalcare il trend, capisco l’hype, capisco tutto, davvero, anche io ne parlo e mi informo ed è interessante, è il tema del momento. Però: AI, AI ovunque. Sia gli stand che gli speech erano un proliferare di “integra l’AI per l’assistenza clienti, per le tue vendite, per l’email marketing, per le traduzioni, per l’intranet della tua azienda, per le campagne ads, per la mensa e i parcheggi aziendali…”. Questo, ovviamente, è un consiglio per le aziende che ci sono andate come espositori e divulgatori: anche meno. Non posso pensare che TUTTI si stiano specializzando sull’AI. Altrimenti il rischio di appiattimento e sovraesposizione, alla lunga un po’ risibile, c’è.